Irene Floriani

Candidata

Ho 55 anni e sono nata a Siena, ma fino agli anni Duemila ho sempre vissuto a Pisa partecipando alla vita politica e associazionistica di base della città. Ho lavorato come traduttrice, prima free-lance e poi a Bruxelles e Lussemburgo per i servizi di traduzione dell'Unione europea, ma negli ultimi anni sono tornata a Pisa per motivi personali e familiari.
Sono nata a Siena nel 1967 e fino agli anni 2000 ho sempre abitato a Pisa. Sono laureata in Lettere con indirizzo linguistico. Mentre studiavo ho frequentato un corso di video-documentazione sociale e fatto alcune esperienze di lavoro a tempo determinato. Nel 2000 ho fatto un corso di traduzione letteraria: coi compagni abbiamo poi fondato la cooperativa di traduzione NTL. Ho sempre partecipato alla vita associazionistica e politica di base della città. Dopo un concorso per traduttori dell’Unione europea ho lavorato prima a Bruxelles al Comitato economico e sociale europeo e poi a Lussemburgo ai servizi di traduzione della Commissione europea. Ora sono di nuovo a Pisa con un “career break” (aspettativa non retribuita) per motivi familiari e personali, di cui ho la possibilità di usufruire ancora per qualche anno.

Il tema che mi interessa di più è quello della partecipazione, che penso si possa sviluppare insieme a quello della cultura: offrendo iniziative culturali (di qualsiasi tipo) si favorisce la partecipazione delle persone alla vita cittadina, e la partecipazione può a sua volta creare occasioni di incontro da cui far nascere nuove idee. Mi piacerebbe una città in cui si possa uscire la sera sapendo che ci sono altre cose da fare oltre ad andare a cena o a bere una birra, non solo in centro ma anche in altri quartieri.

A questo scopo la prima cosa da fare penso sia attivare quanto più possibile l’ascolto di chi abita a Pisa a qualsiasi titolo, predisponendo luoghi e tempi precisi in modo che chi vuole proporre un’idea o evidenziare un problema sappia a chi rivolgersi.

Sarebbe quindi necessario trovare forme di apertura o riapertura dei molti luoghi lasciati senza funzione, per prime le circoscrizioni.

Vorrei anche che ci impegnassimo per capire se esistono margini per sfruttare maggiormente le opportunità di cofinanziamento date dai bandi europei o altri modi per aggirare la scarsa autonomia finanziaria che hanno i Comuni in ambito culturale. 

 

Al momento queste sono le mie idee sulle cose da fare, che conto di ampliare e approfondire insieme alla conoscenza delle persone e delle situazioni che incontreremo nei prossimi mesi. 


Irene Floriani